di Antonio Mazzucchelli
Siamo stati nel Kentucky, negli Stati Uniti, per partecipare al National RV Trade Show, una fiera dedicata agli operatori del settore veicoli ricreazionali che si è svolta dall’1 al 3 dicembre. Raggiungere Louisville dall’Italia è un’impresa e il viaggio, tra cambi, attese, controlli e tempo passato in volo, sfiora le 20 ore. Ci siamo andati perché…. Perché erano 20 anni esatti che lo volevamo fare, cioè da quando chi vi scrive è entrato nel settore del caravanning come giornalista.

Siamo stati nel Kentucky, negli Stati Uniti, per partecipare al National RV Trade Show, una fiera dedicata agli operatori del settore veicoli ricreazionali che si è svolta dall’1 al 3 dicembre. Raggiungere Louisville dall’Italia è un’impresa e il viaggio, tra cambi, attese, controlli e tempo passato in volo, sfiora le 20 ore. Ci siamo andati perché…. Perché erano 20 anni esatti che lo volevamo fare, cioè da quando chi vi scrive è entrato nel settore del caravanning come giornalista.
E non tanto per toccare con mano i mastodontici veicoli americani, che in realtà si possono incontrare anche sulle nostre strade e che alcune aziende, pure italiane, importano in Europa, quanto per conoscere, vivere ed essere parte del più grande mercato di veicoli ricreazionali al mondo. I numeri stanno crescendo in modo impressionante da circa sei anni. Nel 2009 le immatricolazioni di camper e caravan erano poco più alte di quelli europee, cioè intorno alle 150.000 unità all’anno, ma già l’anno scorso le vendite le hanno superate di 2 volte mezzo e quest’anno si prevede addirittura un record, con dati che a settembre sono i più alti degli ultimi 9 anni.

COMMUNICATION…. FIRST

I motivi sono molteplici spiegano alla RVIA (Recreational Vehicle Industry Association), associazione che dedica alla comunicazione molte risorse ed energie, e con ottimi risultati. I camperisti americani, infatti, percepiscono il camper e la caravan come strumenti per vivere al meglio la natura e le attività all’aria aperta, per stare più uniti in famiglia e per alimentarsi in modo più sano. Studi di settore evidenziano anche un importante risparmio economico rispetto a una vacanza tradizionale, ma non dimentichiamo che negli USA il carburante costa molto meno che in Europa. Tutti questi valori positivi non sono affidati solo alle pagine del sito dell’associazione, ma vengono promossi attraverso campagne pubblicitarie sviluppate sulla stampa generalista, in televisione e sui social network con un “media plan” davvero straordinario. Basti pensare che la voce degli spot pubblicitari è quella di Tom Selleck, ve lo ricordate il Magnum PI degli anni’80? E che dire di altri testimonial di fama internazionale come Matthew McConaughey, Robert De Niro o il compianto Robin Williams interprete dell’esilarante film Vita da Camper? Non c’è dubbio, la responsabilità della crescita del mercato americano è, prima di tutto, la felice congiuntura economica in cui si trovano gli Stati Uniti, ma, ne siamo certi, senza una campagna di comunicazione centrata e imponente come quella messa in campo dall’RVIA, lo sviluppo non sarebbe stato così importante. Chi vuole saperne di più, può collegarsi al sito preposto allo sviluppo dello stile di vita in camper e caravan (e trailer).

USA-EUROPE: FARAWAY, SO CLOSE

È chiaro che un mercato così florido attira l’interesse di tutto il mondo produttivo, europei e cinesi in pole position. Così alla fiera di Louisville, nella sezione dedicata alla componentistica di primo impianto, erano presenti numerosi espositori internazionali. Alcuni nomi li conosciamo molto bene perché sono aziende multinazionali con sedi in Usa e in Europa come Thetford, Dometic e l’italiana Fiamma. Altri, invece, si sono affacciati più di recente sul mercato nordamericano, come Truma, Alde, Project 2000, AL-KO e quest’anno anche Thule, grazie a una collaborazione appena siglata con Lippert Components. Ma un’altra collaborazione ha fatto molto parlare in questi giorni ed è quella tra Erwin Hymer Group e l’americana Road Trek Inc. per la progettazione di camper di classe B con il marchio Hymer per il mercato nordamericano.

LESS IS MORE

Non entreremo qui in alcuna analisi dei veicoli e delle tecnologie produttive, perché non è la sede adatta e ci vorrebbe molto più spazio e tempo. Ci limiteremo ad una considerazione che ci pare un trend interessante. È noto, che il mercato in Nord America è composto da maxi motorhome, caravan e rimorchi con ralla (i cosiddetti fifth wheels trailer). Veicoli mastodontici, pressoché tutti dotati di sistema di pareti slide out, che permette di ampliare ulteriormente lo spazio vivibile una volta in sosta. Ebbene anche oltreoceano, come è accaduto ormai alcuni anni or sono in Europa, sta crescendo il mercato dei van e di semintegrali, con una serie considerevole di proposte su meccanica Mercedes Sprinter (la maggior parte) e Fiat Ducato, che nella versione americana si chiama Ram ProMaster. Sicuramente anche negli USA il prezzo del carburante comincia a influenzare alcune scelte anche in termini di peso e dimensioni. Less is more, quindi… anche negli USA.

Antonio Mazzucchelli